RE’VOLVER INTERVIEW: l’intervista all’autore Giulio Perrone che ci presenta il suo secondo romanzo

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14 giugno 2017 di Fabrizio Re'Volver Daquino

​Giulio Perrone vive a Roma, dove nel 2005 ha fondato la casa editrice che porta il suo nome. Dopo il successo del suo primo romanzo, L’Esatto Contrario, torna in libreria questo mese con la sua seconda opera dal titolo Consigli Pratici per Uccidere Mia Suocera pubblicato dalla Rizzoli.

SINOSSI: Leo era sposato con Marta – seducente, comprensiva, i piedi ben piantati per terra – e con lei aveva un sogno, aprire una libreria. Poi ha conosciuto Annalisa – tenerissima, vitale, lo sguardo sempre rivolto al futuro – e ha mandato all’aria il suo matrimonio, iniziando con lei una nuova vita che sembrava finalmente appagarlo. Ma mettere radici non è il suo forte, tantomeno fare scelte definitive e impegnarsi troppo a lungo in qualcosa. Lo sa chiaramente, eppure non riesce a essere diverso. Così ha sentito Marta al telefono, si sono rivisti, hanno fatto l’amore, e adesso Leo si ritrova nella paradossale situazione di avere come amante… la propria ex moglie. Dividersi tra due donne che ti vogliono per sé e che si odiano può essere eccitante, ma alla lunga diventa una discesa infernale tra bugie, scuse improbabili, sensi di colpa e la consapevolezza di stare rimandando, insieme alle decisioni importanti, anche la possibilità di realizzare i propri sogni. Per Leo è arrivato il momento di scegliere – già, ma quale delle due? – e di certo non lo aiuta avere come unici modelli un padre che ha il vizietto del gioco e racconta d’essere stato la controfigura di Dustin Hoffman nel Laureato, e un datore di lavoro che lo assilla per sapere in che modo eliminare la propria suocera…


La scrittrice siciliana Concita Gallo ha intervistato per Re’Volver Blog l’autore del romanzo:


– Giulio, parliamo del tuo ultimo libro, dal titolo “Consigli pratici per uccidere mia suocera”. Leo, il protagonista della tua storia non sceglie mai, se non messo alle strette. Perché gli uomini di 40/50 anni del momento storico in cui viviamo sono dei temporeggiatori, nel senso di eterni indecisi?


“Io penso che i cambiamenti avvenuti nella nostra società negli ultimi quindici anni abbiamo toccato soprattutto gli uomini facendo venire a galla una certa fragilità emotiva e anche una difficoltà nel far luce sui propri desideri. Scegliere vuol dire prima di tutto rinunciare a qualcosa e molti oggi preferiscono mantenere il piede in due staffe invece di prendersi la responsabilità di costruire qualcosa di duraturo e importante per il futuro.”


– Parliamo ancora di Leo. Nel corso del testo, si comporta ora da adulto, correndo spesso in aiuto di un padre eterno ragazzo che non gli è stato vicino negli anni più importanti, ora da adolescente che vive o rivive amori con donne molto diverse fra loro, ora è bisognoso della salda guida di una brava psicoterapeuta. Quanto c’è di Giulio in Leo?


“Si mette qualcosa di proprio in ogni personaggio di un libro, soprattutto nel protagonista. Mi sento vicino a molte delle inquietudini e delle fragilità di Leo e poi c’è tutto il mondo editoriale e librario in cui lui si muove e lavora che è inevitabilmente a me molto vicino.”


– Il tuo libro scandaglia un po’ un mondo che tu conosci, quello dell’editoria, grande e piccola. I personaggi di Livio/Leopardi l’adulatore, Elena la Gattona, Cristiano l’ipocondriaco e lo stesso Leo incarnano le debolezze, le nevrosi dei nostri tempi?
 


“Sono dei personaggi che è possibile, direi facile, incontrare nella redazione di una casa editrice. Naturalmente io ho dovuto scegliere dei tipi particolari e anche caricarli un po’ di caratteristiche che li vadano a connotare e rendere anche godibili per il lettore. Penso però nel complesso che il quadro raccontato sia vicino a quello che quotidianamente si vive in una casa editrice.”


– Hai detto che l’impossibile Enea Ranieri Malosi, odioso editore di successo e datore di lavoro del protagonista, in realtà non esiste. Per crearlo nella tua immaginazione ti sei ispirato ai lati negativi di qualche tuo collega, di te stesso?


“Penso di aver raccolto un po’ tutte le debolezze, le follie (perchè per fare l’editore oggi un po’ folle bisogna essere) e le particolarità degli editori che conosco, me compreso. Enea è estremo in tutto e rappresenta davvero un personaggio impossibile con cui avere a che fare. Per fortuna non ho mai conosciuto un editore così.”


– Leo – nel corso della storia – acquisisce consapevolezza: si affranca da un lavoro che non lo gratifica affatto, raccoglie in qualche modo i frutti della guida terapeuta che ha scelto per sé, reagendo al suo malessere, riacquista il ruolo di figlio. In quali termini, il tuo libro potrebbe essere definito un romanzo di formazione?


“Penso che per certi versi lo sia, anche se quello che mi interessava di più era raccontare il punto di vista maschile su molte cose, mettendo completamente a nudo il nostro modo di ragionare e anche gli aspetti meno simpatici e anzi un po’ spigolosi del protagonista. Penso di non aver fatto sconti a Leo al punto che leggere il libro credo possa rappresentare per le lettrici un modo per comprendere un po’ di più del modo di essere e di pensare di un uomo.”

Ci devi concedere di rispondere ad un ultima domanda che rappresenta l’aspetto più chiacchierato del romanzo. Tu come faresti fuori una suocera ingombrante?

“Credo che sceglierei uno degli iperbolici consigli che dà Leo all’editore anche perchè sono talmente difficili da realizzare che mi garantirebbo l’impunità.”

(Intervista a cura di Concita Gallo)

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