RE’VOLVER INTERVIEW: intervista al dj producer KYGO, pioniere della Tropical House
Lascia un commento1 novembre 2017 di Fabrizio Re'Volver Daquino
“C’era una volta un remix…”
Così potrei iniziare a raccontarvi la favola di Kygo, pseudonimo di Kyrre Gørvell-Dahll, pianista, disc-jockey e produttore discografico norvegese. Ma il fatto è che questa storia è tutt’altro che opera di fantasia. Perché Kygo ha trasformato i suoi sogni in realtà, anzi, in numeri.
Ed i primi numeri Kygo li totalizza nel 2014, quando uno dei suoi primi remix (Younger) viene caricato su SoundCloud e Youtube, dove ottiene in poco tempo 27,5 milioni di ascolti sul primo canale e più di 28 milioni di riproduzioni sul secondo.
Ed è proprio grazie a questi numeri che riesce a farsi notare dal cantante dei Coldplay, Chris Martin, che gli propone subito di realizzare un remix per il loro singolo Midnight, regalandogli ulteriore notorietà.
Nel 2015 arriva il contratto con la Sony Music e inizia così a pubblicare i video dei suoi singoli sul suo canale “KygoOfficialVEVO“. Il primo video caricato è Firestone che ad oggi conta più di 464 milioni di visualizzazioni su Youtube e 530 milioni di streaming su Spotify. Il 13 maggio 2016 pubblica il suo primo album in studio, Cloud Nine, che contiene al suo interno importanti collaborazioni insieme a John Legend, i Kodaline, Angus & Julia Stone, Tom Odell, solo per citarne alcuni. L’album conquista in breve tempo la Top 20 in America, Regno Unito e un’altra dozzina di paesi nel mondo.
Contemporaneamente al progetto, Kygo continua a remixare brani per altri artisti tra cui The Weeknd, Lana Del Rey, The Xx, A-Ha, James Blake, Rihanna… Ma il remix che lo consacra ufficialmente tra i migliori dj internazionali è quello di “I See Fire” di Ed Sheeran che ottiene oltre 55 milioni di ascolti su SoundCloud e più di 65 milioni di visualizzazioni su Youtube. Quando la stampa norvegese chiede al cantante inglese se avesse sentito il remix di Kygo del suo brano, lui confessa che quasi gli piace meglio dell’originale.
Il 2015 si conclude per Kygo conquistando un primato importante: diventa l’artista più veloce a raggiungere un miliardo di streaming su Spotify.
Oggi il giovane dj norvegese si rimette nuovamente in gioco pubblicando il secondo album di inediti dal titolo “Kids in Love” disponibile dal 3 Novembre, trainato dai singoli “It Ain’t Me” con Selena Gomez, “First Time” con Ellie Goulding e “You’re the Best Thing About Me” con gli U2. E sembra avere tutte le carte in tavola per fare ancora grandi numeri!
L’INTERVISTA:
– La lista di cantanti con la quale hai lavorato insieme è davvero lunga e notevole. Quale altro grande artista vorresti per una futura collaborazione?
“Ed Sheeran è uno dei miei artisti preferiti, ma è sempre occupato, è difficile trovare il tempo per entrare in studio di registrazione con lui. Questa sarebbe una collaborazione da sogno per me, poter lavorare con Ed Sheeran”.
– Tra i tuoi innumerevoli remix ci sono anche un paio di brani di The Weeknd.
“Ammiro tantissimo Abel, scusa… The Weeknd! Nei miei sogni c’è anche una collaborazione insieme… lui è incredibile! Le sue vecchie canzoni, come Trilogy, sarebbero state oggi enormi successi radiofonici, se solo la gente si fosse accorta di lui prima”.
-Sei diventato in pochissimo tempo uno dei Dj/producer più famosi sulla scena mondiale. Che effetto ti fa questa tua nuova posizione?
“È un po difficile rifletterci quando sei sempre in tour, da un palco all’altro, da una stanza d’albergo alla prossima stanza d’albergo… non hai abbastanza tempo per rifletterci. È pazzesco vedere quante persone in realtà ascoltano la mia musica”.
– Come hai vissuto il giorno in cui la gente iniziava a riconoscerti per strada?
“Credo che la cosa più grande alla quale ho dovuto abituarmi fosse la gente che mi fissava. All’inizio pensavo tipo, “sto indossando qualcosa di strano? C’è qualcosa sul mio volto?”. Era strano, perché quando andavo al negozio di alimentari non venivano necessariamente da me solo per chiedermi una foto, loro… mi fissavano e basta!”.
– Uno dei tratti distintivi nella tua produzione è il campionamento della traccia vocale. Sei riuscito a rendere la voce stessa una componente principale della base musicale, un nuovo strumento da suonare. Come hai trovato l’ispirazione?
“Mi hanno ispirato molte cose diverse. Quando cerco una canzone da remixare, mi concentro su una voce forte o una melodia con la quale poter giocare. Quando ascoltai il brano di Marvin Gaye [Sexual Healing], rimasi follemente colpito dalla sua voce. Trovai una traccia acapella su YouTube e iniziai a lavorare su una base strumentale. Quella fu in realtà una delle tracce che più mi terrorizzava: è una di quei classici che non dovresti mai affrontare, ma poi una sera, seduto nella mia stanza, pensai di provarci… Ricordo che ero veramente nervoso quando caricai il video sul mio canale. Non sapevo se la gente lo avrebbe odiato”.
– Sei stato senza ombra di dubbio il pioniere della Tropical House, una nuova corrente musicale che negli ultimi anni impazza un po ovunque.
“Esatto! Ultimamente la musica prodotta dai dj sembra tutta uguale: ci sono così tanti produttori nella mia pagina Soundcloud che pubblicano brani Tropical House e ogni volta che premo il tasto play mi sembra di sapere esattamente quello che andrò ad ascoltare”.
– Come pensi di evolvere la tua musica in futuro?
“Non penso mai troppo a cosa farò tra 20 o 30 anni… probabilmente farò questo per ancora un paio di anni continuando a suonare dal vivo, partirò in tour… e poi continuerò a produrre per altri artisti, che è quello che amo fare. Si tratta di musica e solo musica”.
– Hai conquistato successo e fama prima nel resto del mondo e solo in seguito in Norvegia, il tuo paese d’origine… Un po bizzarro non credi?!
“Non posso certo dire che sia stato il mio paese a dare il via alla mia carriera. Mi hanno notato solo dopo che il mio nome si facesse sentire all’estero. Ora ricevo una esorbitante quantità di pubblicità attraverso la stampa norvegese, sebbene prima non fosse così. All’inizio la stampa norvegese mi accreditava sempre le peggiori recensioni. Non so, forse non gli piacevo molto, non ero abbastanza cool per loro. Li vedo spesso accreditare sei stelle su sei a dei rapper locali che, senza offesa, pubblicano canzoni orribili, ma che cercano di apparire freschi e underground. Ricordo che quando pubblicai il mio primo singolo Firestone mi assegnarono tre stelle su sei, etichettandolo come noioso, ma poi il brano finì per avere comunque. Addirittura l’australiano Conrad Sewell che ha cantato il mio pezzo riuscì a riscuotere un enorme successo facendosi notare nella Billboard Hot 100. Quando poi stroncarono anche il secondo singolo, Stole the Show, mi resi conto che non sarei mai piaciuto alla critica norvegese, ma ormai credo di trovarmi in una posizione in cui non ho bisogno delle loro opinioni”.
La tracklist completa di “Kids in Love“, disponibile dal 3 Novembre in tutti i negozi di dischi, piattaforme digitali e in download:
1. Never Let You Go (feat. John Newman)
2. Sunrise (feat. Jason Walker)
3. Riding Shotgun (feat. Bonnie McKee)
4. Stranger Things (feat. OneRepublic)
5. With You (feat. Wrabel)
6. Kids in Love (feat. The Night Game)
7. Permanent (feat. JHart)
8. I See You (feat. Billy Raffoul)
9. Stargazing (feat. Justin Jesso)
10. It Ain’t Me – (feat. Selena Gomez)
11. First Time – (feat. Ellie Goulding)
12. This Town (feat. Sasha Sloan)
13. You’re the Best Thing about Me (feat. U2)