RE’VIEW: The Young Pope (recensione prima stagione)
Lascia un commento26 novembre 2016 di Fabrizio Re'Volver Daquino
⭐⭐⭐⭐⭐ 5/5
Qui, se c’è qualcuno che ha compiuto il miracolo non è di certo il Giovane Papa, ma Paolo Sorrentino, che ha donato un barlume di speranza ad un panorama seriale italiano ucciso e fatto a pezzi dalle oscene produzioni televisive della tv generalista.
Premetto che per me Sorrentino era materia sconosciuta fino a prima dell’arrivo su Sky di questa serie. Non avevo avuto ancora occasione sino ad oggi di guardare nessuno dei suoi film, compreso La Grande Bellezza. Quindi ho potuto godere della visione di questi 10 episodi senza avere la minima idea di cosa aspettarmi. Ed è stato un bene forse, perché mi sono escluso da pregiudizi e critiche che buona parte del pubblico si è portato dietro dopo la vittoria del regista agli Oscar. Perché, diciamocelo, noi italiani siamo bravi a criticare sempre e ad ogni costo.
The Young Pope è di certo la serie italiana più sofisticata e complessa mai realizzata prima d’ora. Una fotografia magistrale, una colonna sonora mozzafiato, caratterizzazione dei personaggi solida, costumi e abiti di scena accuratamente dettagliati e affascinanti. E per ultimo, ma non per importanza, una regia che travolge lo spettatore all’interno di una narrazione coinvolgente tra scenografie immense e inquadrature suggestive.
La trama ci accompagna lentamente, episodio dopo episodio, all’interno di un vortice che ci coinvolge fino al fatidico finale.
Non è molto diverso da Gomorra ciò che ci viene raccontato in questa serie, ma è differente il modo in cui ci viene mostrato. In entrambi i casi, le due serie narrano dei due problemi più noti nel nostro paese, la Mafia e il Vaticano. Solo che in Gomorra le verità vengono sbattute in faccia con violenza e senza mezze misure, proprio come fa la Mafia nelle le nostre vite. Mentre in The Young Pope avviene l’esatto contrario. La verità viene portata in scena un po alla volta, con l’inganno, con ironia e (a volte) con delle piccole parabole che non subito vengono colte, ma continuiamo a rimuginarci anche dopo esser terminato l’episodio.
L’ottavo episodio di questa prima stagione (ne è stata annunciata una seconda già in lavorazione) tocca uno dei punti più alti della serie. È impossibile non commuoversi nel discorso finale che Jude Law recita nei panni del Papa in visita in Africa. L’alternarsi delle scene tra presente e passato dove ci viene mostrato il momento più felice vissuto dal protagonista all’età di otto anni, sulle note di una cover di Halo di Beyoncé che accompagna la chiusura dell’episodio, è pura poesia audiovisiva.
Sarà un po difficile all’inizio accettare lo stile narrativo e la flemma di Sorrentino, ma se riuscirete ad avere pazienza e a guardare con bramosia ogni singola inquadratura, condividerete un’avventura che vi toccherà il cuore e che difficilmente dimenticherete.