Da Video Games a Lust for Life, le 10 canzoni più belle di Lana Del Rey
Lascia un commento20 aprile 2017 di Alessandro Buzzella
Quando mi hanno proposto di stilare una Top10 dei brani più belli di Lana Del Rey, ho subito accettato per poi rendermi conto che fosse praticamente impossibile. Da grande conoscitore della discografia di Miss Del Rey (che vanta 4 album e decine di unreleased tracks sparse per il web) scegliere solamente 10 brani mi è sembrata una prova ardua ed eliminare brani che amo mi ha fatto capire cosa ha provato Meryl Streep ne “La Scelta di Sophie”.
Dopo mille ripensamenti e modifiche, ho finalmente stilato una classifica soddisfacente, cercando di rimanere il più obiettivo possibile. Ecco la nostra top10:
#10 – Lust For Life (feat. The Weeknd)
Fresca di pubblicazione, la title track dell’ultimo album firmato Del Rey (in uscita nei prossimi mesi) si presenta come una splendida mid-tempo in collaborazione con lo Starboy The Weeknd. Nonostante il suo sound radio-friendly, LFL riesce a creare un’atmosfera sognante e sensuale, in cui le due splendide voci si amalgamano perfettamente. Il brano, insieme al lead single LOVE, ci indicano un nuovo indirizzo musicale per questa era e noi non potremmo esserne più entusiasti.
#9 – Born To Die
La celebre down-tempo che ha consacrato Lana Del Rey come la regina dell’indie-pop, si apre con dei violini che introducono un beat che strizza l’occhio all’hip-hop (preponderante in altri brani del debut album come Off The Races e Diet Mountain Dew). L’intera esecuzione del brano fonda le sue basi sulla drammacità vocale della Del Rey e sull’accompagnamento orchestrale nel background. Born To Die ha aperto un nuovo filone nel sadcore, diventando in pochi anni un brano a dir poco iconico.
#8 – Florida Kilos
Brano che chiude la Deluxe Version di ULTRAVIOLENCE, Florida Kilos si apre con due suadenti arpeggi di chitarra che reggono l’intera struttura. Caratterizzato da un sound surf pop con influenze anni ’70 e da un testo al centro di molte polemiche (dove viene raccontata una romantica storia in cui la cocaina è la protagonista), è la degna conclusione dell’album meglio riuscito della Del Rey.
#7 – High By The Beach
Il lead single che ha aperto l’Honeymoon Era mostra ancora una volta una Lana sensuale e misteriosa che sfodera la sua grinta nel ritornello radio-friendly ed ipnotico. Memorabile il finale parlato in cui la Del Rey inneggia alla rinascita tramite vendetta (Everyone can start again/ Not through love but through revenge). Sicuramente tra i brani più convincenti dell’album assieme alla vintage title track.
#6 – Bel Air
Brano che chiude lo splendido cortometraggio Tropico e contenuto nella Paradise Edition, Bel Air, con soavità ultraterrena, riesce ad incantare e a commuovere grazie all’uso del pianoforte e dei violini. La ballad, definita dalla critica un “valzer angoscioso”, ci dona una Lana vulnerabile e padrona del suo strumento vocale, spogliata dal personaggio di lolita sensuale.
#5 – Brooklyn Baby
Il cosiddetto “inno degli hipster” é il perfetto esempio di come Lana sappia cambiare genere sapientemente senza mai rinnegare se stessa: Brooklyn Baby è un brano con influenze jazz e rock con un beat basico presente nel solo ritornello e con una linea di basso che regge la composizione. Il dualismo chitarra-voce la rende intima e sognante e il duetto nel finale con il chitarrista Seth Kaufman chiude il tutto in maniera impeccabile.
#4 – Ultraviolence
La title track dell’album più indie della Stargirl riesce a trasmettere un senso di angoscia e violenza kubrickiana tramite violini stridenti e cori trascinati nonostante sia una slow-tempo. Lana inoltre riesce a delineare la figura di una donna succube di un amore violento e lo fa con cruda grazia. L’acme si raggiunge sicuramente nel bridge parlato in cui professa amore eterno al suo carnefice (I love you the first time/ I love you the last time/ Yo soy la princesa, comprende mis white lines/ ‘Cause I’m your jazz singer and you’re my cult leader/ I love you forever).
#3 – Young & Beautiful / Old Money
Il terzo posto é diviso da due brani molto simili tra loro ed entrambi splendidi: Il primo è stato scritto per accompagnare il film Il Grande Gatzby ed ha la capacità di trascinarci nelle sfrenate feste della bourgeois americana degli anni ’20 con il suo componimento orchestrale e la voce soave e speranzosa di Miss Del Rey che ci guida delicata; il secondo invece è presente in ULTRAVIOLENCE ed è una versione più malinconica della prima in cui la voce, sorretta dal piano e dall’orchestra, è quasi rotta dal sentimento. Entrambe quindi meritano il terzo posto per il loro grandissimo apporto sentimentale.
#2 – Cruel World
L’apripista dell’album ULTRAVIOLENCE é una vera e propria dichiarazione d’intenti: Lana appende le perle al chiodo e abbracciala chitarra; Cruel World infatti é un viaggio in cui la voce della newyorchese fluttua libera assieme alla melodia dal vago sentore shoegaze senza mai realmente incontrarla, in un loop quasi infinito che non stanca ma ipnotizza. Il testo, che ricorda la sua American, é aspro e duro e la modulazione vocale lo rende ancora più intrigante. Il brano inoltre é ormai designato ad aprire tutti i live della cantante e vi assicuriamo che dal vivo rende anche di più.
#1 – Video Games
Nonostante nella sua carriera Lana abbia scritto eccellenti brani, nessuno é riuscito a spodestare il suo debut single Video Games. La slow-tempo, che si apre con campane, arpe e violini, é così semplice ed ingenua da diventare poetica. Lana in questo brano non recita la parte della diva, della princesa, dell’hipster,della biker o della first lady: é semplicemente Lizzy Grant che esprime se stessa e la sua arte in maniera del tutto autentica. Pochi debut single sono rimasti nella storia per la loro grande qualità e Video Games é sicuramente uno di questi.