RE’VIEW: Stefano Matta – “Ammore & Rabia” (recensione album)
Lascia un commento24 aprile 2017 di Claudia Erba
⭐⭐⭐⭐ 4/5
“Ammore & Rabia (tra passato e presente) ” del cantautore cagliaritano Stefano Matta (La Stanza Nascosta Records, 2017) si pone dichiaratamente come una summa delle tematiche e delle sonorità care all’artista, contenendo ben diciassette brani scritti nell’arco di un ventennio.
Il variegato paniere mattiano si nutre di una molteplicità di influenze: esistenzialismo d’oltralpe e letteratura maudit, poetica beat e diretta filiazione dylaniana confluiscono in un melting pot sonoro di pop-rock, reggae, blues e canto tradizionale sardo. Sorretto da una timbrica originale, nella quale reminiscenze gucciniane si amalgamano ad una coloritura vocale regionalistica, Matta si inserisce a pieno titolo nella nouvelle vague dei cantautori sardi (Nicola Pisu su tutti) sorprendendo per vis narrativa e maturità stilistica. Approccio sofferto al reale e sublimazione poetico-onirica, ribellismo e attivismo sociale, sovversione della morale comune e sommesso intimismo animano “Ammore & Rabia “, nel quale ad arrangiamenti volutamente ellittici si alternano soluzioni più elaborate e complesse.
I pezzi più felici dell’album si nutrono di sovrapposizioni semantiche e suggestioni immaginifiche, alternando la ricerca della rima ad un fluente recitativo, sul modello del talking blues americano (Svegliatevi, Il ladro la puttana l’assassino, Squarci di passato). Ne “La strada”, primo estratto dell’album che, nelle parole dell’autore è “una metafora della vita, un incontro o meglio un dialogo con il nostro io”, si avverte forte e chiaro il debito artistico nei confronti del Menestrello di Duluth.
Qualche lieve rigurgito retorico-manierista si perdona facilmente ad un album intellettualmente onesto e percorso -nell’eterogeneità-da una coerenza intrinseca, esito di una ricerca musicale risalente e inesausta.