RE’VIEW: Jessie Ware – “Glasshouse” (recensione album)
Lascia un commento7 novembre 2017 di Fabrizio Re'Volver Daquino
Superata a metà la difficile prova del secondo album, Jessie Ware ci riprova con “Glasshouse“, che arriva a tre anni di distanza dal debole “Tough Love” e che ha l’aria di essere il disco più maturo e ampio della sua carriera.
Arrangiamenti sofisticati e atmosfere jazz pervadono l’intero progetto, scanditi da episodi uptempo come nel synth-pop di “Your Domino” e omaggi all’universo di Sade nella bellissima “Selfish Love“. La maggior parte dei brani parlano d’amore, un amore che deriva da un periodo particolare per l’artista, diventata da poco mamma e che sembra voler rinchiudere il sentimento di protezione per la sua famiglia dentro una “casa di vetro”, affascinante ma allo stesso modo fragile e delicata. E questo amore Jessie lo riassume perfettamente in “Alone“, ultimo singolo già in rotazione radiofonica in questi giorni.
A contribuire in questa nuova prova discografica troviamo una folta schiera di collaboratori e produttori, tra cui l’hit maker Benny Blanco (Katy Perry, Britney Spears, Rihanna) e Cashmere Cat (Kanye West, Ariana Grande, The Weeknd). Compaiono invece tra gli autori le firme di Ed Sheeran in “Sam” e di Ryan Tedder nella latineggiante “Selfish Love“.
Ad imprezziosire ulteriormente “Glasshouse” ci pensa Paul Buchanan, componente del gruppo scozzese The Blue Nile che già in passato si è prestato a collaborazioni con Annie Lennox, Melanie C e Peter Gabriel. Qui lo troviamo presente a metà disco nell’elegante “Last of the True Believers“.
Tra romantico pop contemporaneo, cori gospel ed elettronica raffinata, “Glasshouse” potrebbe apparire come un album per palati fini e un pubblico sofisticato, ma se l’ascoltatore occasionale riuscisse solo per un breve istante a mettere da parte i pregiudizi, potrebbe coglierne l’occasione per scoprire un piccolo gioiello della discografia pop alternativa e, forse, uno degli album più belli dell’anno. Male non sarebbe.
⭐⭐⭐⭐🌟 5/5