RE’VIEW: Kali Uchis – “Isolation” (recensione album)
Lascia un commento27 aprile 2018 di Fabrizio Re'Volver Daquino
“Isolation” è l’album di debutto di Kali Uchis, cantante americana di origini colombiane. Le sue 15 tracce includono una vasta gamma di suoni che spaziano dal reggaeton, funk ed R&B, che rendono al progetto una sua impronta originale, unica e fortemente marcata.
Kali Uchis da il benvenuto a chi si appresta all’ascolto con un breve intro jazz-brasiliano dove la sua voce ci invita sin da subito a scoprire colori e profumi della sua terra d’origine, e in un attimo ci troviamo catapultati a sorseggiare cocktail sulla spiaggia con il sudore che scivola sulla nostra pelle cotta dal sole.
Spesso paragonata alla voce di Billie Holiday e alla malinconia di Amy Winehouse (ma meno autodistruttiva di quest’ultima), Uchis ha iniziato la sua carriera avvalendosi di collaboratori come Snoop Dogg, Juanes e Miguel, con cui ha cantato uno dei brani migliori del suo album del 2017, “War & Leisure“. Ciò ha permesso alla ventitreenne colombiana di esprimersi e brillare tra i vari generi musicali, concedendosi in “Isolation” di esplorare il reggaeton sotto diverse sfaccettature, unendo ad esso funk e bossa nova senza risultare scontata e banale.
Un esempio lampante è la collaborazione con Damon Albarn in “In My Dreams“, la traccia più brillante e attraente di tutto l’album. Sembra di sentire a tratti i Gorillaz accompagnati dalla splendida voce di Kali. Altra perla del disco è “Miami”, brano dove, con l’aiuto della rapper BIA si narra la libertà sessuale e il sogno americano nella soleggiata città della Florida. “Perché dovrei essere Kim, potrei essere Kanye / Nella terra delle opportunità e delle palme“. Si rimane incantati dalle sonorità vintage e sensuali di questo favoloso pezzo.
Ogni canzone contenuta in “Isolation” sembra molto diversa dall’altra, ma è Kali Uchis a rivelarsi la vera costante, che tira e manipola le corde in tutti i posti giusti. E a fine ascolto abbiamo una rivelazione: è nata una stella.
🌟🌟🌟🌟 4/5