RE’VOLVER INTERVIEW: intervista a Troye Sivan, “Dobbiamo uscire e celebrare la nostra libertà”
Lascia un commento5 giugno 2018 di Fabrizio Re'Volver Daquino
Da Youtuber a ospite speciale da Ellen DeGeneres, fino ad arrivare di recente sul palco del “Reputation Tour” di Taylor Swift dove, accompagnato dalla cantante, si è esibito sulle note del suo ultimo singolo “My, My My!”.
Che Troye Sivan fosse una bomba pronta ad esplodere lo si era già intuito nel 2015, quando il giovane artista ha pubblicato il primo album “Blue Neighbourhood”, ricevendo apprezzamenti dalla critica musicale e coltivando una folta schiera di seguaci.
Il suo prossimo album, “Bloom”, arriverà a fine estate, non prima del 31 agosto, ma il cantante ha già rivelato la tracklist lo scorso 31 maggio. La lista dei 10 brani include anche una collaborazione con Ariana Grande. L’album è stato anticipato a gennaio 2018 dal singolo “My, My, My!” e dal videoclip che accompagna il brano diretto da Grant Singer, già collaboratore di Lorde, The Weeknd e Taylor Swift. Il video sembra ispirarsi alle atmosfere erotiche anni ’90 di Madonna e George Michael.
L’intervista:
– Il tuo nuovo singolo “My, My, My!” sta spopolando nelle radio di tutto il mondo. Rispetto al lancio del tuo primo disco, come stai reagendo questa volta?
“Mi sento molto meno stressato questa volta. Penso che fare tutto questo per la prima volta sia davvero, davvero travolgente, ma adesso è un po diverso, penso di sapere cosa aspettarmi. Mi sento più sicuro, in quanto so cosa sta succedendo e questo mi ha facilitato molto la mente e mi sto divertendo molto. Abbiamo fatto davvero un buon lavoro questa volta. Ora arriva la parte divertente, guardare il disco mentre esce e vedere come reagirà il pubblico.”
– Quando scrivi nuova musica da cosa ti lasci ispirare?
“Ogni tanto tiro fuori un libro di poesie o qualcosa del genere, o qualsiasi libro, ma non lo leggo necessariamente tutto. Cerco tra le parole quella che mi farà scintillare un’idea, per poi diventare un’intera canzone. Questo mi aiuta a scrivere quello che voglio dire quel giorno ma che non so da dove iniziare.”
– “My My My!” è un brano stupendo. Quando stavi esaminando tutte le canzoni che hai registrato per questo album, cosa ti ha fatto scegliere quella in particolare per guidare il progetto?
“Adoro la produzione e il testo della canzone, ma c’è un’energia che non posso davvero spiegare. Mi fa venire voglia di pavoneggiarmi. Mi sento davvero bene. Immediatamente ho immaginato il video musicale, così come le esibizioni dal vivo. Tutto mi è stato subito chiaro, una volta che abbiamo scritto la canzone… Mi sono sentito davvero bene dal giorno in cui l’abbiamo registrata. È davvero bello aver ricevuto risposte così positive su questo.”
– Come è stato lavorare con il guru delle hit Max Martin?
“Tutti pensano che sia semplice. Arrivi in studio, registri, e te ne torni a casa con una hit in classifica. Ma non è assolutamente così. Non c’è una formula magica che ti regala una grande canzone pop. Sono solo scrittori davvero stimolanti con cui lavorare, credo che tirino fuori il meglio da molte persone. Ma tutto dipende dalla collaborazione.”
– Il tuo primo album “Blue Neighborhood” esternava molto la tua sessualità. È un tipo di argomento che affronterai nuovamente in questo nuovo progetto?
“In realtà non ho fatto nulla di diverso da ciò che fanno le altre pop star. Ho solo parlato di ragazzi. Ho mostrato le mie relazioni amorose nei miei video. Penso che sia stato necessario farlo, ma non è stata una cosa voluta. Sicuramente continuerò ad essere sincero nella mia musica e continuerò a scrivere le canzoni dal mio punto di vista. Sono un’artista gay e mi va assolutamente bene essere definito tale. Non vedo davvero il problema, anche se molte persone preferiscono non essere etichettate. Ma si, voglio dire, vorrei che a volte non fosse così importante, ma ci sto comunque bene dentro questo contesto.”
– “Blue Neighborhood” è stato un disco molto personale. Quanto ti ha cambiato sul piano personale?
“Molto, in realtà. Sono cresciuto molto e ho imparato molto su me stesso, sulla musica, sulle relazioni e sull’amore. Mentre ero in tour ho imparato a conoscere la mia voce e a capire che tipo di musica voglio fare, e su cosa funziona in un concerto live e cosa no. Ho scritto inconsciamente questo nuovo album on the road. Sarà davvero divertente per me ritornare in tour.”
– Oltre al nuovo album, hai anche pubblicato una nuova traccia dal titolo “Strawberry and Cigarettes” per la colonna sonora del film “Tuo, Simon”, prodotta da Jack Antonoff.
“Si, c’è un mio brano in quel film. In realtà avevo già lavorato con Jack sul mio primo disco, e “Strawberries and Cigarettes” è figlio di quella collaborazione, solo che non era mai stata pubblicata. Non so davvero perché, quella canzone mi è sempre piaciuta. Poi un giorno ho ricevuto un messaggio da lui dove mi informava che stava lavorando alla colonna sonora del film e mi chiese se avevo interesse nel riportare alla luce la canzone. Avevo sentito parlare di “Tuo, Simon” ed ero entusiasta della cosa, così sono tornato in studio di registrazione per apportare alcune modifiche alla voce, ma la canzone è rimasta nella sua versione originale. Sono felice che ora ne faccia parte.”
– A proposito di cinema. Dopo l’esperienza sul set di “X-Men”, è giunto il momento di un ruolo da protagonista nel nuovo film di Joel Edgerton, “Boy Erased”. Cosa ti ha spinto a voler far parte del progetto?
“Ho letto la sceneggiatura e sono rimasto a bocca aperta. Trovo che le sceneggiature siano difficili da leggere, ma l’ho sfogliata e letta nel giro di un’ora o qualcosa del genere. Poi ho visto il cast che ne faceva parte e che Joel dirigeva il film, e mi sono ossessionato all’idea di diventare parte di questo progetto. Così ho fatto un provino e l’ho spedito, sperando solo il meglio. Un paio di settimane dopo ho parlato con il regista. Diceva che avevo ottenuto la parte. Ero semplicemente onorato e penso che sarà un film davvero speciale.”
– Cosa ti ha attratto del tuo personaggio?
“Non voglio dire nulla, ma è un personaggio molto eccitante per me da interpretare. È un piccolo ruolo. Non voglio che nessuno pensi che io sia il protagonista del film o qualcosa del genere. Ma interpreto uno dei ragazzi del campo gay per la terapia di conversione e il mio personaggio diventa un catalizzatore per il cambiamento più avanti nel film.”
– C’è un personaggio di una serie televisiva o di un film che hai visto di recente e che avresti voluto interpretare?
“Ooh… Mi sarebbe piaciuto fare almeno un provino per il personaggio interpretato da Timothée Chalamet in “Chiamami con il tuo nome”. Sarebbe stato divertente provarci. Sia il libro che il film sono così belli… Mi sembra davvero che sia stata la prima volta in vita mia in cui ho pensato di assomigliare perfettamente al protagonista della storia, anche per il suo tipo di corporatura e per il suo sguardo.”
– C’è qualcosa che i fan sarebbero sorpresi di sapere su di te?
“Forse rimarranno sorpresi, ma sono davvero di basso profilo. Mi piace passare il tempo con la famiglia, rimanere a casa a guardare gli episodi di “Friends”. È la sit-com più rilassante del mondo perché mi ricorda sempre mia madre. Lo guardavamo insieme quando ero un adolescente, mi fa sentire come se la stessi abbracciando ogni volta che lo riguardo.”
– Quali altri aspetti di te vuoi che i fan imparino a conoscere di più?
“Mi sento bene per come sono percepito. Quello che voglio che le persone ricordino è che sono principalmente un’artista che ama la musica pop e che ama comporre le proprie canzoni. Scrivo musica davvero personale e lo faccio in modo sincero.”
– Da quando è stato eletto Donald Trump, i tuoi rapporti con i fan LGBTQ in America sono cambiati?
“Beh, un po. Penso che stiamo cercando la risposta più efficace a quello che sta succedendo in questo momento in America. Ero spaventato e lo sono ancora oggi. La rabbia e la tristezza sono tutte emozioni valide ed efficaci in questo tipo di situazione, ma credo anche che la gioia e l’unità siano altrettanto importanti. Penso che ora sia più importante che mai andare alle sfilate del Pride. Ed è più importante che mai uscire nei club e celebrare la nostra libertà, il nostro modo di vivere e le nostre abitudini. È una cosa davvero di forte impatto in un momento come questo.”