RE’VIEW: Grimes – “Miss Anthropocene” (recensione album)
Lascia un commento26 febbraio 2020 di Fabrizio Re'Volver Daquino
Quinta prova per l’artista canadese Grimes che ci parla di cambiamenti climatici distruzione evolutiva in contrasto tra immagini fiabesche e suoni dark.
Non è facile entrare nel mondo di Claire Elise Boucher, artista canadese di 31 anni, meglio nota come Grimes. Il suo è un universo musicale che viaggia attraverso una moltitudine di galassie. E non è un caso se utilizzo metafore astronomiche per chiarire meglio il concetto. Perchè “Miss Anthropocene“, quinto album di studio della cantante, è proprio un viaggio che va aldilà della nostra comfort zone. Tant’è vero che il disco si basa su un concept creato attorno a personaggi fantastici, creature surreali e pianeti inesplorati. Tutto in funzione di una narrazione che si appresta a denunciare i cambiamenti climatici del nostro mondo e la distruzione della nostra esistenza su di esso.
“Miss Anthropocene“, nonostante gli ottimi presupposti, risulta ad ogni modo più debole del precedente “Art Angels“, piccolo gioiello del 2015 che era riuscito ad unire le immagini visive ad un accattivante contenuto sonoro fatto di contaminazioni pop, dark rock ed elettronica cyberpunk (vi basti ascoltare “World Princess” e “Venus Fly” per capire di cosa parlo). Questa volta si gioca tutto sullo storytelling e meno sull’innovazione del sound. Così, se escludiamo la bellissima traccia d’apertura “So Heavy I Fell through the Earth“, il tappeto musicale di “Darkseid” e l’apostrofo country in “Delete Forever” rimane poco altro a mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore. E chi come me segue Grimes già da molto tempo sa benissimo che questo non le può essere perdonato.