I 25 migliori album del 2020 di Re’Volver Blog

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6 dicembre 2020 di Fabrizio Re'Volver Daquino

Dalla sorpresa folk di Taylor Swift al grande ritorno di Róisín Murphy, una selezione che varia dall’indie-pop al country, passando per il pop e l’elettronica. Con locali chiusi e tour annullati, questi fantastici album ci hanno aiutato a superare un anno complicato e insolito, donandoci conforto.

25. Annie, “Dark Hearts

La Kylie Minogue norvegese è uno dei tesori del synthpop europeo. “Dark Hearts” è solo il terzo album in studio di Anne Strand, che arriva dopo dieci anni dall’ultimo lavoro “Don’t Stop”. Delicato e cupo, quest’album rispecchia la gelida tradizione elettronica nordeuropea. Troppo sottovalutata e snobbata dal mercato internazionale.

24. Hurts, “Faith

Non siamo ai livelli del loro disco d’esordio “Happiness”, ma con questo quinto disco Theo e Adam tentano di rimettersi in carreggiata ripercorrendo le loro origini. Meno studiato e più sincero rispetto ai loro ultimi due lavori, “Faith” si presta ad essere sia sperimentale che attuale allo stesso tempo.

23. Halsey, “Manic

“Manic” è sicuramente l’album più intimo dell’artista che, non a caso, si apre con un brano che prende il suo vero nome, “Ashley”. I testi autobiografici e le sonorità contemporanee fanno di quest’album il ritratto perfetto di questa generazione.

22. PVRIS, “Use Me

“Use Me” è il terzo album della band originaria del Massachusetts, Pvris (da pronunciarsi Paris). L’album è la perfetta creazione di un genere pop rock che attinge le mani su beat elettronici, sinuose linee di basso e melodie accattivanti. Davvero un bel disco, senza avere la pretesa di rivoluzionare, ma che si pone decisamente in alto in mezzo alle nuove proposte.

21. RAYE, “Euphoric Sad Songs

Dopo aver trascorso l’ultimo mezzo decennio dietro le quinte come songwriter per varie popstars dai nomi non indifferenti (Beyoncé, Little Mix, Ellie Goulding), Rachel Keen scende in pista con un disco che fa esattamente quello che trovi scritto sulla confezione: sovrapporre sonorità da dancefloor e ritornelli catchy con racconti di devastazione romantica.

20. GASHI, “1984

Il secondo album del rapper libico si discosta totalmente da ciò che rappresentava il suo esordio di qualche anno fa. Con “1984”, GASHI dichiara tutto il suo amore per la musica anni ’80 già dal titolo, avvalendosi di collaborazioni con artisti del calibro di Sting e G-Eazy.

19. Allie X, “Cape God

L’ultimo lavoro di Alexandra Ashley Hughes, meglio nota al mondo come Allie X, si fonda sul contrasto chiaroscuro tra elettronica e inquietudine, sfumato da un’attitudine pop di tutto rispetto. Una profonda malinconia che si accompagna a melodie accattivanti e raffinate evoluzioni ritmiche. Tra radiosi ritornelli sixties e inattese aperture house, con “Cape God” Allie X si esprime nella sua piena libertà.

18. Grimes, “Miss Anthropocene

Produttrice, songwriter e regista dei suoi videoclip: se paragonata alle sue colleghe, Grimes sembra arrivare da un altro pianeta. Il suo quinto album, “Miss Anthropocene”, è il più cupo e le canzoni sono tra le sue migliori. I temi variano tra crisi climatica e tossicità dello star system. I suoni sono i suoi di sempre, una garanzia.

17. The Weeknd, “After Hours

Il nuovo album di Abel Tesfaye è un viaggio attraverso sintetizzatori vintage, cuori spezzati, droghe e lusso sfrenato. Un R&B 2.0 che l’artista ha messo in scena già dal suo “Trilogy”, ma che oggi gode di maggiore consapevolezza e riscontro.

16. 070 Shake, “Modus Vivendi

Danielle Balbuena, 22 anni, nativa del New Jersey, con “Modus Vivendi” ha esteso i territori dell’R&B verso sonorità futuristiche e digitali emancipandosi dai cliché contemporanei dell’universo urban. Immaginate cosa succederebbe se Enya facesse un album con Missy Elliott.

15. Duke Dumont, “Duality

Il dj producer britannico Duke Dumont pubblica il suo primo album dopo un decennio di grandi hit che hanno infiammato le dancefloor di tutto il mondo. La tracklist di”Duality” varia tra la house anni ’90, l’elettro pop contemporaneo e l’intramontabile groove del funk.

14. Little Big Town, “Nightfall

“Nightfall” è il nono album dei Little Big Town, quartetto formatosi nel 1998 in Alabama. Il disco ha una forte componente cinematografica e le quattro voci che si alternano nel corso delle tredici tracce ci raccontano osservazioni forti, come il fardello del patriarcato di molte donne e l’invisibilità di minoranze che non hanno voce. Tra i migliori album di musica country di quest’anno.

13. Miley Cyrus, “Plastic Hearts

Tranquilli, Miley non vuole fare rock, si sta solo divertendo. “Plastic Hearts” è l’ennesima prova di come la musica pop possa spogliarsi e vestirsi di qualsiasi abito. L’ex stella della Disney continua a giocare con la sua sensualità, questa volta con un’attitudine diversa. Il risultato è un disco che risulta credibile e convincente se lo si prende per quello che è: un’opera che tenta di risollevare le sorti della musica pop.

12. Ingrid Andress, “Lady Like

Ingrid Andress è la nuova stella della musica country e “Lady Like” è il suo album di debutto. La giovane cantautrice si presenta subito brillante, luminosa e incisiva, con brani che raccontano di amori e relazioni ma con una scrittura intelligente e riconoscibile.

11. Woodkid, “S 16

Sono serviti più di sette anni a Yoann Lemoine, alias Woodkid, per dare un seguito all’ottimo e personalissimo album d’esordio intitolato “The Golden Age”. Sonorità possenti e atmosfere apocalittiche sono gli ingredienti principali di questa seconda prova, dove si continua a tessere un forte legame tra musica e immagini. Per Lemoine la musica e il concetto visivo vanno di pari passo.

10. Dua Lipa, “Future Nostalgia

Con “Future Nostalgia” Dua Lipa si conferma una delle esponenti di maggior successo nella musica pop globale. Un album che vuole omaggiare il passato, ripescando dalla disco music degli anni ’70, fino alla dance anni ’90. Sanza dubbio, il disco pop più interessante del 2020 grazie alle sue sonorità senza tempo che abbracciano passato e futuro, che giocano su ritornelli irresistibili.

9. Rina Sawayama, “SAWAYAMA

Stupisce la giovane cantautrice e modella giapponese con il suo album di debutto già ampiamente acclamato dalla critica mondiale. Il suo è un pop accessibile e allo stesso tempo fuori dagli schemi consueti, capace di tenere i piedi ben saldi sia nei circuiti alternativi che negli ambienti più mainstream, proponendosi brillantemente come popstar eclettica e cosmopolita.

8. HAIM, “Women in Music Part III

“Women in Music Part III” è il terzo album in studio della band statunitense HAIM, che qui hanno trovato il perfetto equilibrio tra la verve solare e spensierata degli esordi e una straniante malinconia che resta dietro le quinte, creando un effetto sonoro tridimensionale che crea un ponte tra la migliore tradizione pop californiana e le moderne tribolazioni indie.

7. Phoebe Bridgers, “Punisher

Dopo l’ottimo esordio nel 2017 con “Strangers in The Alps”, la cantautrice americana si conferma essere una delle novità più interessanti nella musica alternativa. Caratterizzata da una scrittura decisa e spigolosa, l’intensità poetica di Phoebe crea un’emotività che non ha eguali, regalandoci un piccolo classico contemporaneo.

6. Perfume Genius, “Set My Heart On Fire Immediately

Mike Hadreas, meglio noto con il nome d’arte Perfume Genius, è partito da Seattle nel 2010 conquistando in un decennio un pubblico attento ed esigente. Con questo quinto album in studio, Mike ha qui piena cognizione e controllo della materia musicale che manipola, di cui si serve per comunicare le sue emozioni straripanti. Un arsenale di influenze e possibilità che si estende da toni sintetici ad arie ambient o modern classical.

5. Nation of Language, “Introduction, Presence

I Nation of Language sono un gruppo indie pop statunitense, formatosi a Brooklyn nel 2016. “Introduction, Presence” è il loro primo disco composto da dieci tracce che sembrano uscire dalla discografia dei New Order, degli Erasure, degli OMD o di qualche dimenticata band UK-pop del periodo. Un lavoro intriso di atmosfere new wave e irresistibilmente eighties.

4. Taylor Swift, “folklore

Taylor Swift ha fatto un salto indietro nel tempo di qualche anno, quando da adolescente le bastava una chitarra acustica e una delusione amorosa per creare la magia. Arrivata a questo punto della sua carriera, la cantante può permettersi tutto, spiazzando tutti con un ritorno ai suoni e alle atmosfere degli esordi, ma con la maturità di oggi. Grazie anche alle mani dorate di Jack Antonoff, “folklore” riesce a lasciare un segno importante dal punto di vista artistico.

3. Róisín Murphy, “Róisín Machine

La ex voce del duo britannico Moloko, è finalmente tornata. “Róisín Machine” è un disco da clubbing raffinato, sicuramente il migliore che la regina della dancefloor ci ha regalato fino ad oggi. Un album carismatico ed elegante che mischia il sound di Moroder con i Daft Punk. La migliore musica dance che potrete ascoltare in questo 2020.

2. Jessie Ware, “What’s Your Pleasure?

La diva della scena inglese Jessie Ware, con il quarto album subisce un’importante ristrutturazione artistica. Tolti i panni dell’artista sofisticata e indie, Jessie smette di rincorrere il pubblico generalista e si riappropria della sensualità e spensieratezza per registrare il suo disco migliore. “What’s Your Pleasure?” risulta tanto attuale quanto nostalgico.

1. Christine and the Queens, “La Vita Nuova

L’inarrestabile Héloïse Adelaïde Letissier rilascia il primo di un’ambiziosa trilogia di EP che hanno visto lo slittamento del secondo episodio a causa della pandemia. “La Vita Nuova” conferma le ottime capacità autoriali di una delle maggiori cantautrici synth-pop in circolazione. Un’esplosione di romanticismo, eccentricità e potenza stilistica.

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